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Titoli, saluti e presentazioni

Galateo del vino I TITOLI Come ci si rivolge ad una persona importante? A Presidenti o Sindaci si dira' Signor Presidente o Signor Sindaco (anche se si tratta di una donna) Si dira' poi "Sig. Ambasciatore", "Sig. Console Generale", "Sig. Console", "Sig.Console Onorario". A Deputati e Senatori si dira' Onorevole Ad un frate si dira' "Padre", ad un prete "Reverendo", "Sorella" ad una suora, "Madre" ad una suora con incarico superiore, "Monsignore" ad un vescovo, "Eminenza" ad un cardinale, "Santita'" al Papa. COME RIVOLGERSI A.... AMBITO ECCLESIASTICO: Al Sommo Pontefice: Santità, Beatissimo Padre A un Cardinale: Eminenza A un Vescovo: Eccellenza Ad un ecclesiastico in genere: Padre, Reverendo Ad un Curato: Signor Curato Ad una Madre superiora: Madre, Reverenda Madre Ad una Suora: Sorella Ad un Pastore Protestante: Signor Pastore Ad un Rabbino: Rabbi, Dottore AMBITO POLITICO: Ad un Presidente: Signor Presidente Ad un Giudice: Vostro Onore Ad un Sindaco o Prefetto: Signor Sindaco, Signor Prefetto Ad un Senatore o Deputato: Onorevole Ad un Ministro: Signor Ministro Saluti e presentazioni La parola stessa “salutare”, significa augurare salute, anche in senso spirituale, come beatitudine; ricordate Dante "Quand’ella altrui saluta…”? ll senso del saluto è dunque accorgersi della presenza di una persona ed augurarle del bene. Perciò, quando due persone s’incontrano, sarà bene che sia per prima la persona che si stima meno importante a rivolgere all’altra il saluto: il giovane all’anziano, l’uomo alla donna e il dipendente al titolare dell’azienda presso cui lavora. E’ un semplice gesto di gentilezza, che non comporta nessun servilismo. Specifici gruppi sociali hanno formule di saluto particolari, come i soldati che usano il saluto militare con la mano portata alla fronte, accompagnata, se da fermi con la battuta di tacchi, o come i religiosi che salutano in genere con la formula “sia lodato Gesù Cristo” a cui si risponde “Sempre sia lodato”. Generalmente invece si saluta con la parola “Buongiorno” (“buonasera”, in teoria, dopo mezzogiorno ma in pratica dalle ore 16, più o meno), seguito preferibilmente da un appellativo: “Buongiorno, ingegner Rossi” ed eventualmente da un “come sta?” che non presuppone che l’altro elenchi tutti i suoi mali, ma è semplicemente una formula di contatto. Fra colleghi o amici e tra i giovani si può usare direttamente il “ciao”, che è molto confidenziale. Una formula meno confidenziale, ma meno fredda del buongiorno è “salve”. E’ cortese salutare anche gli sconosciuti quando si entra in un luogo chiuso (es. ascensore, scompartimento ferroviario ecc.). Per salutarsi da lontano si fa un leggero cenno col capo e l’uomo, se l’ha, si toglie il cappello. Per quanto riguarda le presentazioni, anche in questo caso spetta a chi è meno importante presentarsi; l’uomo alla donna e il giovane all’anziano, oltre che secondo la gerarchia sociale. Ci si presenta con nome e cognome, in quest’ordine, evitando i titoli. L’espressione “Piacere…piacere mio” viene adesso criticata, (cfr. “Noblesse Oblige” cit. pag. 160) ma, secondo il mio parere, essendo questa formula già entrata nell’uso, non ce n’è una vera ragione. Una buona alternativa potrebbe essere comunque quella suggerita da Cristina Parodi (La Comunicazione, cit. pag. 33): ”Molto lieto” o addirittura “Buongiorno”. Ovviamente nella presentazione si dirà: ” mia moglie Sandra”, non “la mia signora”, “la mia metà” o altre frasi di questo del genere. In caso di convivente non si specificherà il tipo di rapporto, ma si dirà semplicemente “La signora Paola Rossi”. Quando chi viene presentato è seduto, se è uomo si alzerà in piedi e se ha i guanti si toglierà quello della mano destra, mentre se è donna, o se è una persona anziana, potrà restare anche seduta o con il guanto. Ma se una donna giovane è presentata ad una signora più anziana, allora la donna giovane si alzerà per onorare l’altra. Non si tratta dunque di regole, ma di messaggi non verbali che si vogliono inviare; la regola può riguardare al massimo l’uomo giovane che, presentato ad una signora o ad una persona anziana deve alzarsi, negli altri casi si tratta di una forma di comunicazione che equivale a dire “sono onorato di conoscerti”. Perciò ad esempio si alzerà in piedi anche una donna, quando è presentata ad un importante personaggio, se vuole mostrare di onorarlo particolarmente. Salutando porge la mano prima la persona più importante, e su questo bisogna fare grande attenzione: se un dipendente porgesse la mano al proprio presidente, il gesto verrebbe sentito come un’eccessiva confidenza, una grave maleducazione. La mano va stretta con franchezza, senza stringere troppo, ma anche senza abbandonarla morbidamente e senza trattenerla eccessivamente. Mentre si porge la mano è bene non tenere assolutamente l’altra mano in tasca (ma sarebbe meglio non tenere mai le mani in tasca) e guardare l’altro negli occhi per mostrare attenzione e sincerità (attenzione però se si tratta con degli orientali che interpretano in maniera diversa lo sguardo diretto - cfr. Galateo degli altri). Se è una terza persona a fare le presentazioni, dirà prima il nome della persona meno importante a quella più importante, quello del giovane all’anziano o alla donna e così via. Nei casi dubbi, come presentazione di una donna ad un uomo anziano prevarrà il criterio di presentare l’altra persona a quella che si vuole particolarmente onorare. Per quanto riguarda i titoli, nelle presentazioni vanno ricordati (naturalmente non nelle autopresentazioni, in cui si dice: “sono Giovanni Rossi”, non ”il dottor Rossi” o “il cavalier Bianchi”). Il titolo di Maestro non è usato per gli insegnanti (“il signor Rossi”, anche se è un maestro), ma per i direttori d’orchestra o gli artisti di chiara fama. Per quanto riguarda le signore, negli incontri non professionali si omette in genere il titolo accademico, che invece sarà ricordato in quelli di lavoro o accademici, in genere al maschile, salvo “dottoressa” e “professoressa”. Ad un vescovo si dà dell’"Eccellenza", ad un cardinale dell’"Eminenza", ad un semplice ecclesiastico del "Reverendo" o del "Padre"; ad una Madre Superiora ci si rivolge chiamandola o "Reverenda Madre" o "Madre", ad una suora chiamandola "Sorella". Un ministro di governo sarà chiamato "Signor Ministro", mentre senatori e deputati sono "Senatore" e "Onorevole". AI presidenti vari (della Repubblica, del Consiglio, di Tribunale ecc.) ci si rivolge col "Signor Presidente". Quando un borghese parla ad un militare può usare semplicemente il grado ("Colonnello", "Generale"), a meno che il militare non sia notevolmente più anziano di lui, nel qual caso è meglio che premetta anche "Signor": "Signor Colonnello". Il baciamano è abbastanza passato di moda, comunque va fatto eventualmente in occasioni formali, a donne preferibilmente non nubili, sollevando appena la mano e sfiorandola quasi con le labbra. Se si presenta se' stessi si dira' il proprio nome e cognome senza il titolo professionale, a meno che questo sia indispensabile nel contesto in cui si e' (una riunione o un'appuntamento di lavoro o se si pensa che la persona potrebbe confonderci con qualcun'altro o non ricordare per che' siamo arrivati: sono l'architetto Mario Rossi e sono venuto a presentarle il progetto). Se si deve presentare una persona a qualcun'altro, si terra' a mente che: si presenta un uomo a una donna e non il contrario (eccezioni:un ecclesiastico o una personalita') la persona piu' giovane a quella piu' anziana nell'ambito di lavoro al superiore si presentera' la persona di posizione inferiore ad una riunione mondana si evitano solitamente i titoli accademici i ragazzi giovani vengono presentati dai familiari La persona che viene presentata non tendera' la mano se la persona alla quale e' stato/a presentata non lo sta facendo e se la risposta alla presentazione e' un semplice inchino egli/ella rispondero' in egual modo. Tra giovani tutte le formalita' sono solitamente saltate a pie' pari, ma questo da' un tocco di freschezza in alcuni casi e mette gli altri in imbarazzo in altri casi. Sta alla sensibilita' della persona capire in quale contesto ci si trovi. A parte certi ambienti informali come tra giornalisti, nello spettacolo, in campo artistico, nei quali vige il "tu" senza disrinzione di eta' e sesso, negli altri ambienti di lavoro il tu troppo repentino puo' essere di moda, ma, opinione personale, e' un'arma a doppio taglio e puo' portare a situazioni imbarazzanti in seguito: se la persona alla quale avete precocemente dato confidenza risultera' troppo invadente, sara' piu' difficile far "mantenere le distanze" a qualcuno al quale date del "tu" che del "lei". Inoltre vi sono ancora molte persone che amano un ambiente di lavoro dove sia presente un rispetto professionale e personale che dia alla confidenza il giusto tempo di imporsi. Col tempo e con la conoscenza il "tu" verra' naturale, senza essere stato imposto. TU O LEI? A parte certi ambienti informali come tra giornalisti, nello spettacolo, in campo artistico, nei quali vige il "tu" senza disrinzione di eta' e sesso, negli altri ambienti di lavoro il tu troppo repentino puo' essere di moda, ma, opinione personale, e' un'arma a doppio taglio e puo' portare a situazioni imbarazzanti in seguito: se la persona alla quale avete precocemente dato confidenza risultera' troppo invadente, sara' piu' difficile far "mantenere le distanze" a qualcuno al quale date del "lei" che del "tu". Inoltre vi sono ancora molte persone che amano un ambiente di lavoro dove sia presente un rispetto professionale e personale che dia alla confidenza il giusto tempo di imporsi. Col tempo e con la conoscenza il "tu" verra' naturale, senza essere stato imposto. SI DA DEL TU: A tutti gli amici, parenti, persone con cui stringiamo un rapporto intimo, di amicizia o comunque di confidenza. SI DA DEL VOI: A Poche persone. Oggi quasi non si usa più il voi, ma resta in alcuni dialetti, in ambito di corrispondenza commerciale (Spettabile ditta***Desidero informarVi ecc..), o in segno di rispetto verso le persone esclusivamente anziane. SI DA DEL LEI: A tutte le persone che non sono familiari, amici o compagni di studi...Generalmente a estranei, conoscenti, persone di un certo riguardo. Il lei è la forma di cortesia più usata oggi..Ma come si passa dal Lei al Tu?...Accade quando i rapporti diventano più confidenziali e ad ogni modo sarà la persona di maggiore riguardo a chiedere di essere parlata dandole del tu. Ad esempio, tra un uomo e una donna sarà la donna ad esprimere il desiderio di darsi del tu. Tra due donne toccherà alla più anziana. Generalmente le persone anziane possono dare del tu a ragazzi e ragazze ma è comunque una forma di cortesia e di formalità dare del lei anche a chi ha meno della nostra età. Tra i giovani la proposta di darsi del tu nasce quasi in concomitanza e in certi casi il problema non sussiste perchè fin dall'inizio si parlano col tu. ALCUNE FORME DI SALUTI: LA STRETTA DI MANO: Deve essere moderatamente energica, moderatamente breve e innanzitutto semplice e cordiale. Quanto alle precedenze, la persona di maggior riguardo dovrà stendere la mano, quindi tra un uomo e una donna sarà la donna a porgere la mano all'uomo e tra due donne sarà la donna più anziana a porgere la mano alla più giovane. IL BACIAMANO: E' un saluto di gran lunga superato ma c'è chi ancora conserva questa buona antica abitudine. Ad ogni modo va fatto chinandosi leggermente, sollevando la mano della donna e sfiorandola con le labbra. Si fa alle persone alla quale un uomo vuole mostrare la propria devozione o il proprio rispetto. In un gruppo se un uomo farà il baciamano alla donna dovrà farlo anche alle altre presenti per non compiere una scortesia, inoltre il baciamano secondo il Galateo non va MAI fatto all'aperto e se si fa ad una ragazza non sposata e non fidanzata non vanno posate le labbra sulla sua mano (a meno che non ci si è instaurato un rapporto intimo), ma besì bisognerà solo soffiare sulla sua mano. IL PROBLEMA DEL GUANTO: Il Galateo dice che la stretta di mano vada fatta a mano nuda, ma spesso per strada d'inverno o quando piove non sempre è possibile quindi può essere fatta anche con il guanto perchè togliendolo potremmo creare il disagio a chi ci sta di fronte di dover fare la stessa cosa. Inoltre è da evitare la frase "Scusi il guanto" per non imbarazzare chi ci sta di fronte, che sarebbe costretto a scusarsi anch'egli/essa. Ora parliamo delle presentazioni, comuni per chi ha una buona vita sociale, soprattutto per modelli/e e ragazzi/e immagine. Immaginiamo che siate seduti e vi venga presentata una persona. L'uomo ha obbligo di alzarsi, la donna no, salvo che la persona in questione non sia più anziana di lei. Si stringe la mano con la destra (perché con la destra? perché alle origini si intendeva dimostrare a chi si ha di fronte che non si stringono armi in pugno - vi ricordo che il galateo ha radici antiche). La stretta dev'essere ferma e decisa, accennando un sorriso. E' importante come date la mano, poiché questa stretta è la prima impressione che date di voi alla persona che vi viene presentata: non sia la vostra una mano di mollusco flaccido, poiché dareste l'idea di essere un tepido, un insicuro, uno un po' inetto; né la vostra mano sia una morsa, soprattutto se la controparte indossa anelli, in quanto dareste l'impressione di essere un bruto aggressivo. Sorridete sempre quando venite presentati, ricevete presentazioni o vi presentate autonomamente (evento tutt'altro che raro nei grandi parties). Sorridere è importante, anche se siete di cattivo umore, in quanto carichi di problemi: la persona che avete di fronte non è responsabile dei vostri crucci, quindi non rendetela partecipe con un brutto muso. Corrispondete sempre la stretta di mano quando vi viene posta, il non farlo è gesto di grande villaneria. Se indossate guanti, sfilateli prima della stretta. Se avete gli arti impegnati con flute di spumante e pasticcino, al posto della stretta di mano è sufficiente un sorriso ed un cenno del capo. Ci si presenta dando il proprio nome e cognome, o solo il nome se tra giovani. Si evitino i titoli accademici o nobiliari. L'uomo si presenta per primo alla donna e il più giovane si presenta per primo al più anziano. Oggi si stringe la mano anche alla dama, poiché il baciamano è in disuso e sarebbe grottesco (esclusi elitari ambienti aristocratici). Ma a titolo di curiosità vi dico come si effettua correttamente, visto che è un'azione romantica e affascinante, che probabilmente le signore rimpiangono con nostalgia. Innanzitutto il baciamano si dà solo alle signore (non alle signorine). Il gentiluomo si china sulla mano che gli viene porta; prendendo le nocche delle dita le sfiora delicatamente con le labbra evitando di emettere schiocchi o altri suoni. Quindi si sfiora, non si bacia Sempre nel presentarvi, evitate di dire "piacere!", perché è un termine in verità volgare se si pensa al suo significato. Piuttosto dite "Lieto/a" o meglio ancora non dite nulla, limitandovi a sorridere. Le gerarchie in presentazione sono le seguenti: "anziano, donna, uomo". Il vero cavaliere si presenta per primo quindi ad una dama e le stringe la mano con fermezza e brevemente, sorridendo con cordialità. Avete visto frequentemente sinora citare il sorriso. Nasce evidente che dovete avere una igiene orale integerrima, con denti bianchi e ben curati, con lavaggi dopo ogni pasto, visite dentistiche periodiche con pulizia del tartaro. La dentatura bianca si ottiene con prodotti specifici nel limite della genetica, e si esalta con una buona carnagione bruna ottenuta con solarium e fondotinta. Assicuratevi di avere sempre l'alito a prova di dialogo ravvicinato, portandovi dietro mentine. Non sapete mai chi potete incontrare per strada, e, così come una stretta di mano flaccida è un cattivo biglietto da visita, il dire: "Mario Rossi, lieto di conoscerLa" con un alito da girone dantesco è un biglietto orrendo. Se avete oggettivamente problemi di alitosi patologica, esistono in farmacia mentine all'uopo molto forti, in grado di combattere anche l'aroma dell'aglio e della cipolla. Non ridete, perché quasi quasi verrei lì a sentirvi.... Quando camminate per strada, salutate con un buongiorno sempre accompagnato dall'onnipresente sorriso. Levatevi il cappello (lo dico ai signori di una certa età, i giovani non lo portano più). Se non riconoscete immediatamente un passante che vi saluta per strada, perché magari siete miopi o poco fisionomisti o perché magari oggettivamente si è sbagliato, non siate così maleducati da non ricambiare immediatamente il saluto. Avrete tutto il tempo dopo per ragionare e meditare tra voi su chi fosse.